SU RICHIESTA – Tra i castelli di Collalto e San Salvatore nel paesaggio di CIMA DA CONEGLIANO

DATA A RICHIESTA PER UN GRUPPO CON UN MINIMO DI 10 PARTECIPANTI
Escursione giornaliera con mezzi propri e accompagnatore
Dislivello + 300 m – Lunghezza 16 km
Quota di partecipazione: 10 Euro (comprende accompagnatore e assicurazione)

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Descrizione

DATA A RICHIESTA PER UN GRUPPO CON UN MINIMO DI 10 PARTECIPANTI
Escursione giornaliera con mezzi propri e accompagnatore
Dislivello + 300 m – Lunghezza 16 km
Facile camminata su strade asfaltate/sterrate e tratti di sentieri escursionistici
Pranzo al sacco
Quota di partecipazione: 10 Euro (comprende accompagnatore e assicurazione)
Ritrovo alle ore  10.00 nel parcheggio ai piedi del centro di Collalto di fianco agli impianti sportivi

La camminata ad anello sulle colline di Susegana inizia ai piedi del primo insediamento fortificato dei Collalto, eretto sul sito di un castelliere preromano. Immersi trai vigneti, si imbocca la strada per il Colfosco, accompagnati alle spalle dal profilo delle Prealpi. Sullo spartiacque tra il bacino del Piave e del Livenza, attraversando ciò che rimane della grande tenuta boschiva dei conti Collalto, si lascia la strada per risalire il pendio del Col de la Tombola, segnato da trincee della Prima Guerra Mondiale e da un ippocastano secolare, scendendo poi al sito della Chiesa di San Daniele esistente già nell’XI Sec., probabilmente legata allo scomparso castello di Colfosco. La vista ora spazia sulla pianura veneta e sui sottostanti vigneti della tenuta Collalto. In breve si raggiunge il Castello di San Salvatore, risalente al XIII Sec. e contraddistinto dall’alto mastio trecentesco. Residenza comitale, era il cuore amministrativo dei domini dei Collalto. Seguendone la cerchia esterna si tocca il cinquecentesco convento carmelitano di Santa Maria della Consolazione e, percorso il viale ad ippocastani, la settecentesca chiesa dell’Annunziata. Siamo alla periferia di Susegana. Seguendo il corso del torrente Rujo, sovrastato da pioppi e robinie, il paesaggio cambia: i vigneti lasciano il posto ai prati a pascolo alternati a rustici con i caratteristici colori dei Collalto, strisce orizzontali rosse su campo giallo. Oltrepassata una cappella si attraversano più volte macchie boschive in cui spiccano begli esemplari di roveri. Si raggiunge quindi la sommità più alta della zona, il Col di Guarda, già osservatorio austro-ungarico nell’ultimo anno della Grande Guerra. Numerosi sono i resti di trincee e gallerie. Da qui la vista si apre sul vicino Montello. Vicina è la Casa Montone che ricorda la fucilazione di 10 legionari cecoslovacchi durante la Battaglia del Solstizio. Si scende, rasentando dapprima i vigneti e poi attraversando una piccola valle, al Bus dee Fave, o de le Fade, caratteristica formazione carsica che nel tempo ha generato storie e leggende. Seguendo il sottostante corso d’acqua si raggiunge il torrente Lierza per poi risalire il versante nord del Colle di Collalto, ricoperto da boschi con prevalenza di olmi. Si arriva quindi al Castello di Collalto, costruito nel 1110, di cui, soprattutto dopo le distruzioni della Grande Guerra, sopravvivono il grande mastio, resti della cerchia muraria e due porte. In breve si torna al punto di partenza.

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