SU RICHIESTA – Da Belluno a Sedico lungo il Cammino delle Dolomiti

DATA A RICHIESTA PER UN GRUPPO CON UN MINIMO DI 10 PARTECIPANTI
ALLA SCOPERTA DEL CAMMINO DELLE DOLOMITI
Itinerario tra fede, natura e cultura da Belluno a Sedico lungo la 29a Tappa
Escursione giornaliera
Difficoltà E – Dislivello in salita 300 m – Lunghezza 23 km
Lunga camminata su strade asfaltate, sterrate e tratti di sentieri escursionistici
Contributo di partecipazione 10 € per i non soci e 5 € per i soci di Alpinia
Ritrovo alle ore 9.30 davanti alla stazione ferroviaria di Belluno
Iscrizione obbligatoria

Descrizione

DATA A RICHIESTA PER UN GRUPPO CON UN MINIMO DI 10 PARTECIPANTI
ALLA SCOPERTA DEL CAMMINO DELLE DOLOMITI
Itinerario tra fede, natura e cultura da Belluno a Sedico lungo la 29a Tappa
Escursione giornaliera
Difficoltà E – Dislivello in salita 300 m – Lunghezza 23 km
Lunga camminata su strade asfaltate, sterrate e tratti di sentieri escursionistici
Contributo di partecipazione 10 € per i non soci e 5 € per i soci di Alpinia
Ritrovo alle ore 9.30 davanti alla stazione ferroviaria di Belluno
Iscrizione obbligatoria

Il percorso inizia dalla stazione ferroviaria e prosegue verso Mussoi. Poco dopo la rotonda della Cerva si prosegue lungo via Col di Lana per vedere la casa natale di papa Gregorio XVI e la chiesetta dei santi Filippo e Giacomo (pregevoli affreschi cinquecenteschi) che conserva le spoglie dei genitori del pontefice; 50 metri più avanti si prende, a destra, via Travazzoi e dopo altri 50 metri si entra nel parco di Villa Clizia (o di Mussoi – che si lascia sulla sinistra), magnifico bosco ricchissimo di specie arboree di origine esotica, fino al “ponte delle fontane”. Superato l’antico acquedotto si sale verso Vezzano (via Fisterre) e, incrociata la strada principale, si scende per un centinaio di metri, in direzione Belluno, fino alla chiesa di San Sebastiano. Qui inizia la salita verso il “Bosco delle Castagne”, noto ai bellunesi perché qui furono impiccati alcuni partigiani durante il secondo conflitto mondiale (ogni anno si celebra una messa in loro ricordo). Dopo una salita non faticosa, ma non brevissima, si raggiunge il posto in cui accadde il tragico evento: i vecchi castagni su cui trovarono la morte quei ragazzi sono ancora in piedi, ormai secchi. Si tratta di un luogo monumentale e austero. In breve discesa si raggiunge l’azienda agricola Gava dalla quale, su strada bianca pianeggiante, ci si dirige verso Tisoi. Il paesaggio è splendido e caratterizzato dalla presenza di apprezzabili ambienti agrari di tipo tradizionale. Si raggiunge la bella chiesetta di San Simon e quindi, per strada asfaltata (via S.Simon) si arriva a Tisoi. Si prosegue per Giazzoi e si arriva quindi, dopo aver oltrepassato il torrente Gresal, a Libàno e Bolago, in posizione molto panoramica: lo sguardo spazia, in modo particolare, verso la Val Belluna. Quindi, per strada bianca in discesa, si raggiunge la località Casoni e poi Orzes. Fra Orzes e Roe Alte il percorso si sviluppa su stradine di campagna, in parte asfaltate, ma sempre inserite in contesti ambientali molto apprezzabili e ben conservati. Bello il panorama sui versanti meridionali dei rilievi del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Pizzocco, Spiz di Vedana, Monti del Sole) e sulla Certosa di Vedana. Oltrepassata la strada statale in località Suppiei, si comincia a costeggiare il Cordevole, ora su strade bianche, ora su piste in terra battuta. Si raggiunge così la frazione di Seghe di Villa e, sempre lungo il Cordevole, Villa e Meli. Nel tratto lungo il Cordevole, si notano ancora le tracce delle antiche segherie, qui in passato numerose. Da Meli un sentiero che si sviluppa proprio dietro il colle di Villa Patt di Sedico consente di raggiungere Bribano e la chiesetta di San Nicolò. Eretto nel 1502 e restaurato nel 2002, l’oratorio è dedicato a S.Nicolò, patrono degli zattieri, poiché per secoli Bribano è stato importante centro di lavorazione del legname che scendeva dall’Agordino per fluitazione lungo il Cordevole; la scritta “Buzatorum” e lo stemma (una mèla o lama da sega) sopra la porta d’ingresso, indicano la famiglia che ne commissionò la costruzione, i Buzzati, che avrebbero avuto come discendente, nel Novecento, il giornalista e scrittore bellunese Dino Buzzati. All’interno si possono ammirare: un altare in legno del 1506, opera dell’intagliatore feltrino Vettor Scienza; uno splendido trittico di inizio Cinquecento, attribuito ad Agostino da Lodi, che rappresenta la Madonna, S.Nicolò e S.Rocco, protettore contro la peste; un paliotto in cuoio del Seicento con gli stemmi dei Rudio e del vescovo Berlendis, la cui cornice lignea è probabilmente opera di Giovanni Auregne o della sua scuola.

 

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